L’accordo di Parigi: l’ultima chance per la Terra
L’accordo di Parigi è un accordo globale sui cambiamenti climatici che è stato raggiunto il 12 dicembre 2015 a Parigi, si è concluso a giugno di quest’anno e si applicherà a partire dal 2020.
Prevede un piano d’azione per limitare il riscaldamento globale per restare al di sotto dei 2º C, considerato il limite dopo il quale la Terra subirebbe gravi ripercussioni.
La probabilità di riuscita di raggiungimento del limite ottimale fissato dalla Conferenza è dell’1% soltanto.
Il riscaldamento globale
L’allarme viene dal Nature Climate Change, che ha pubblicato tre studi: probabilmente il punto di non ritorno è già arrivato.
Un team di esperti ha elaborato delle previsioni per il 2100.
L’aumento dei gradi previsto è di circa 3,2 e le possibilità che invece resti sotto i 2 gradi sono solo del 5%.
Questa è comunque l’ipotesi più ottimista e si potrà avverare solamente se ci sarà un impegno mondiale durante i prossimi 80 anni.
Il piano d’azione per la riduzione delle emissioni
Prima dell’accordo di Parigi i Paesi hanno steso dei piani d’azione per il controllo delle loro emissioni.
Ogni 5 anni i Governi comunicheranno i dati e i risultati ottenuti, per rivedere e confrontarsi sugli obiettivi.
E’ poi stabilito che i Paesi sviluppati proseguiranno con il loro sostegno verso i Paesi meno sviluppati, sia per aiutarli nel fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici sia per sviluppare un piano d’azione per la riduzione delle emissioni.
Il punto di non ritorno
Se anche immaginassimo oggi l’interruzione improvvisa di immissioni inquinanti da parte dell’uomo, purtroppo ci sarebbe comunque un aumento della temperatura globale di 1,3 gradi.
Dal 2000 le emissioni di anidride carbonica sono diminuite nella maggior parte dei Paesi, e sicuramente continuerà a scendere di circa l’1,8%.
Si prevede inoltre che il Pil mondiale salirà all’1,9%.
Questi due dati importanti con i loro conseguenti effetti si annullano quindi a vicenda, mentre invece le Nazioni Unite stimano che gli abitanti del Pianeta nel 2100 raggiungeranno gli 11,2 miliardi.
Le emissioni annuali di gas serra sono ad oggi 54 miliardi di tonnellate, ma dovrebbero essere ridotti a 42 entro il 2030.
Con un’azione globale si potrà mantenere fede a quanto previsto dall’accordo di Parigi, che ha obiettivi importanti, ma realistici.
Riscaldamento globale: cosa possiamo fare noi?
I Governi attueranno delle strategie per migliorare e attuare il piano d’azione a seguito dell’accordo di Parigi, sicuramente saranno portati ad incentivare le energie rinnovabili a discapito delle tecnologie obsolete, ma dovranno anche fare in modo che la popolazione possa utilizzare le piste ciclabili e trasporti alternativi su ferrovia o su acqua.
Ognuno di noi poi potrà dare il proprio contributo. Ma come?
Acquistare ad esempio autovetture a bassi consumi, ricordando però quando è possibile di prediligere mezzi come il treno o la bicicletta.
In generale scegliere gli apparecchi in base alla più alta classe energetica e limitare l’uso eccessivo di condizionamento e riscaldamento.
E’ utile considerare l’energia come uno dei beni più preziosi, evitando pertanto gli sprechi.
Quando facciamo la spesa, meglio prediligere cibo e abbigliamento a basso impatto e quando si compra o ristruttura una casa è fondamentale che si prevedano degli adeguati isolamenti termici.
Le conseguenze dell’inquinamento
L’Università della Carolina del Nord ha emesso uno studio in cui prevede gravi conseguenze se si continua con i ritmi attuali di emissioni di sostanze inquinanti nell’ambiente.
Oltre alle emissioni infatti bisogna considerare il caldo, l’aumento del gas ozono a livello del suolo e del particolato fine.
Le piogge sono destinate a diminuire, privandoci della loro capacità di ripulire dall’inquinamento l’aria che respiriamo.
Il calcolo eseguito è che tra oggi e il 2030 ci sarà la morte prematura di 60mila persone in tutto il mondo, la cifra di previsione sale a 260mila per il 2100.
Inquinamento: gli effetti sul Mediterraneo
Per restare più vicini a noi, il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha analizzato gli effetti anche sul Mar Mediterraneo, che sembra subire maggiormente le conseguenze dell’inquinamento.
Da uno studio dell’Istituto di Scienze Marine del Cnr, condotto con l’Università di Southampton e l’Istituto di Scienze e Tecnologia del Mare di Tunisi, è stato appurato che il nostro Mare sta diventando sempre più caldo e salato.
L’evaporazione infatti supera le precipitazioni e l’apporto dei fiumi e questo procedimento dal 2005 è via via peggiorato velocemente, tanto che la sua rapidità è cresciuta di due volte e mezzo rispetto alla seconda metà del XX secolo.
Addirittura nella zona ad Oriente la siccità e le temperature registrate hanno ormai raggiunto livelli record.
(Fonte articolo: La Repubblica)
Come difendersi dall’aumento delle temperature: i climatizzatori di nuova generazione
L’aumento progressivo delle temperature ci sta facendo attraversare estati sempre più torride: come puoi quindi difenderti dal caldo?
Bere molto, evitare di uscire e soprattutto di fare attività fisica nelle ore più calde, cambiare aria negli ambienti solo la mattina presto e la sera. Durante il giorno tenere le tapparelle abbassate, regolando il climatizzatore in modo da rinfrescare senza però creare troppi sbalzi di temperatura tra l’interno e l’esterno.
Scegli di installare un climatizzatore di ultima generazione. Questi hanno una classe energetica alta, con conseguenti consumi ridotti, e utilizzano il nuovo gas refrigerante R-32.
Hanno inoltre nuove funzioni per permettono di essere regolati secondo le proprie esigenze e avvisarti quando necessitano di manutenzione.
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